Per iniziare la nostra nuova rubrica non potevamo che scegliere lui: Enrico Toni. Classe 1963 ed iscritto al C.A.I. negli anni 80.
La sua carriera da podista è iniziata però nella Silvano Fedi dove è rimato per 4 anni, per poi trasferirsi col padre Luciano Toni, il suo più grande sostenitore ed amico, nella Marathon Club per esigenze.
La sua storia è veramente bella ed è iniziata di punto in bianco alla tenera età di 13 anni: mentre tornava da una vacanza a Cireglio col bus, su un seggiolino trovò un volantino della Pistoia-Abetone. Da lì, per gioco e spirito avventuriero, coinvolgendo anche il padre, si avventurò nella prima tappa della Pistoia-Abetone, cioè Le Piastre. La sfida lo coinvolse così tanto che dopo due anni arrivò addirittura a terminare la Pistoia-Abetone (a soli 15 anni).
Da lì nacque una passione tale che iniziò a gareggiare sempre di più ed ad allenarsi insieme ad un suo grande amico, Fabrizio Gori, spingendosi a correre anche la notte dopo aver lavorato.
A poco più di 20 anni si iscrisse alla sua squadra del cuore: il C.A.I.
Da quel momento ci fu un notevole cambiamento nei suoi allenamenti che lo portarono ad un livello agonistico talmente elevato da aggiudicarsi, oltre che a innumerevoli vittorie e ottimi piazzamenti, il titolo di “leggenda caina”.
Nel 1988 conquistò anche la 1° posizione nel campionato interno del C.A.I. battagliandosi fino all’ultima competizione con un altro caino: Luca Gianini, ma anche Ratti e Moreno Biaggi.
Il massimo punto di carriera è nel 1989, anno in cui vinse una rinomata competizione: la Maratona del Chianti. Alla fine della gara e successivamente venne intervistato dalla RAI e dalle tv locali dove tutti si chiesero: “Come ha fatto un caino ad arrivare fin qui, vincendo con la bellezza di 8 minuti sul secondo classificato?”
Proprio perché fece conoscere il C.A.I. a tutti, valorizzandolo al massimo, è stato ed è tutt’ora una delle nostre più grandi soddisfazioni caine,
Tra le sue più importanti vittorie sicuramente troviamo la vittoria del Trofeo 5 Fontane (18 km) e quella della maratona di Villa Marina.
Ma la competizione in cui registrò il suo miglior tempo fu la maratona di Livorno in 2h 29′ con un bellissimo 6° posto assoluto.
Tra le sue migliori prestazioni troviamo anche:
1h 11′ in una mezza maratona e 30′ 45” in una 10 km dove per lo più si piazzò 17° assoluto.
Da come avrete capito stiamo parlando di un grande campione che però ha ammesso che nella sua carriera avrebbe voluto fare anche più gare internazionali come ad esempio la maratona di New York, ma ammette che nel suo cuore le gare che lo hanno segnato e che porterà sempre con sé sono: la Pistoia-Abetone che è stata la sua 1° vera competizione, la Fognano Ponte di Rigoli e tra le sue più belle esperienze sicuramente ricorda la 1° edizione della Firenze Marathon (2h 39′).
Purtroppo nel 2011 la sua carriera terminò per un grave infortunio in una gara a Torbecchia che secondo lui, lo ha reso “uno dei tanti”; per noi però sarà sempre uno dei più grandi atleti e campioni che il C.A.I. abbia mai incontrato.
Il legame che aveva col nostro grande gruppo podistico era a dir poco bellissimo, caratterizzato da un’amicizia dello stare insieme, del sudare insieme e di condividere i risultati con tanta passione e dedizione da parte di tutti i compagni.
Concludiamo con una sua frase semplice, ma piena di significato:
“La corsa insegna la vita e solo con la fatica e col sacrificio si arriva ai risultati perché le scorciatoie non portano a nulla”.
Grande caino …❤️